venerdì 4 ottobre 2013

Possiamo insegnare ai bambini a controllare le loro ansie attraverso piccole regole?

E' venerdì, che voglia di sabato!
Dunque è stata una settimana intensa.
Tanti incontri, a partire dai quattro cuccioli d'uomo che devo "nutrire ed educare" (fino alle 16)
Le mamme del Tè che si sono raccontate sulle paure e le ansie dei figli... possiamo placarle con delle regole?
Possiamo gestire le emozioni all'interno di un reticolato fatto di regole?
Di primo impulso verrebbe da dire no, le emozioni prima di tutto vanno accolte, soprattutto quando i bambini le esprimono anche fisicamente (crisi di pianto, aggressività agita con pugni e calci, vomito).
In questi momenti i bambini ci sembrano così fragili che vorremmo in qualche modo imporre loro una forza che non hanno, magari attraverso una regola: "Non si piange per queste cose",  "Non ti devi arrabbiare".
Una regola che suona tanto come negazione di un bisogno.
"Ho bisogno di piangere, di sfogare la mia rabbia, di buttare fuori un'emozione che non so gestire".

Allora no, in queste situazioni non ci sono regole per impedire ai bambini di fare quelle cose che a noi fanno paura: strillare, disobbedire, rifiutare la nostra autorità, vomitare, picchiare qualcuno.
Scopriamo che anche noi non abbiamo dei bravi bambini e vorremmo in qualche modo fermarli.

Esiste però un recinto, un reticolato di contenimento, uno spazio fisico che può essere l'abbraccio della mamma di fronte ad una crisi di pianto, il prendere per le spalle il bambino in modo fermo e contattarlo con  lo sguardo quando è aggressivo, il tenergli la mano quando ha un attacco di vomito e aprire la finestra del bagno per spostare l'attenzione del bambino sul respirare per calmarsi.

Ecco allora la prima regola: accogliere fisicamente e con tutti noi stessi le emozioni dei nostri figli.
Buon week-end a tutti!
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