E' iniziata la seconda settimana di Campo Estivo e voglio raccontarvi cosa sta dietro alle foto che avete visto la settimana scorsa, gli spunti educativi che i bambini giorno dopo giorno mi hanno suggerito, a partire dai loro caratteri, dal loro stare insieme, dai loro timori e piccole difficoltà. Da qui sono partita per integrare le attività e i giochi a seconda delle esigenze di questa piccola comunità.
1) Crescere: è ciò che un bambino (e anche un adulto) fa dal suo primo giorno di vita, cresce e non smette mai, anche quando ci sembra di vedere un ritorno ad atteggiamenti più infantili.
Crescita è la parola che mi viene in mente pensando a questi primi giorni di Campo e mi chiedo: in cosa consiste concretamente crescere al campo estivo?
I bambini fin dal primo giorno sono messi di fronte a delle piccole responsabilità personali: condividere i propri giochi, con l'attenzione che siano trattati bene, aiutare nella corvè e non solo, decidere come organizzare alcuni giochi.
Quante volte a casa abbiamo assegnato qualche compito che abbiamo visto naufragare al primo capriccio o contrattempo nostro e per fretta non abbiamo potuto veder portare a termine impegni concordati coi nostri figli.
A me risulta utile mettermi dalla parte del bambino. Devo sapere cosa posso chiedergli e devo chiedergli assolutamente qualcosa che lui sappia fare.
Riuscire in un'impresa per un bambino è la soddisfazione più grande, l'essere gratificato poi proprio dal suo adulto di riferimento non ha prezzo.
Per cui niente ricompense, caramelle o regali per aver svolto un compito: spreparato la tavola, sistemato i giochi. Sposteremmo l'attenzione dal riconoscimento al premio.
"Tu sei bravo perché hai saputo fare questa cosa. Questo disegno è bello perché l'hai fatto tu".
E se il bambino fa fatica e alla fine, dopo tanti capricci decide di fare ciò che gli avete chiesto, non soffermatevi sulla fatica con frasi del tipo: "Vedi se mi ascoltavi e lo facevi subito?, occorreva fare tutte queste storie?"
Daremo così ancora importanza al capriccio o al negativo che ha offuscato un'occasione di crescita.
"Sai cosa ti devo dire? sei stato proprio bravo, perché non lo volevi fare, hai fatto fatica ma alla fine ti sei sforzato e l'hai fatto bene!"
La fatica e il capriccio fanno parte del percorso, trattiamoli come un momento di passaggio, superati attraverso la riuscita.
Quel "bravo" motivato sarà d'aggancio per la volta successiva, per incoraggiare il vostro bambino a fare una cosa nuova, una cosa da grandi.
E quando dite "bravo" a vostro figlio credeteci sempre, anche se fosse per un disegno fatto male e portato a casa per voi, non abituatevi a questa parola, motivatela, perché per loro equivale a: "Ti riconosco, tu vali."
Domani mattina al Campo Estivo i bambini dovranno progettare e costruire qualcosa in gruppo.
Il gruppo nuovo ha bisogno di amalgamarsi con il vecchio che prosegue l'esperienza della settimana scorsa, qualcuno ha bisogno di condividere anche la necessità di rispettare le regole per il bene di tutti.
Questo ultimo concetto è importante, perché spesso, involontariamente trasmettiamo la norma come limite oltre il quale qualcuno ci punirà, ma questo è un altro argomento...
Bravo Pietro! Volevi fare un disegno senza nessun elemento che uscisse dal foglio, ma alla fine hai pensato che potesse uscire proprio il tuo nome... ed avevi ragione è proprio originale!
Cri laTata 340 6261961
Nessun commento:
Posta un commento