Stavo pensando alle attività dei laboratori e alle occasioni in cui mi invitate a prendere parte alla vostra vita familiare, per trovare insieme modalità educative nuove... e mi gira in testa questa domanda:
Cosa significa educare i nostri figli alla diversità e all'unicità?
Concretamente significa sperimentare presto aspetti positivi e aspetti "scomodi".
Gli aspetti positivi:
Personalizzare le esperienze, dal gioco all'attività creativa, allo studio. Soffermandoci con i nostri figli sulle loro capacità e limiti, imparando ad accettarli, non volendo per forza essere bravi in tutto, non dovendo sempre rispondere ai canoni di efficienza che il mondo adulto chiede loro.
Possiamo inoltre chiederci, se noi per primi esigiamo efficienza, perfezione dai nostri prossimi (cioè da figli e compagni)
Aspetti scomodi:
Certamente prima o dopo, anche i nostri figli faranno l'esperienza del confronto con l'altro, scoprendo che l'altro in questione è più bravo, più sicuro, più grazioso, più simpatico.
Poi, in un'età particolare che inizia con la preadolescenza, la sensazione di inadeguatezza può essere molto forte.
Diversità - unicità.
Consapevolezza dell'esistenza dell'altro - consapervolezza di sè.
Generosità - amor proprio.
Fiducia nell'altro - fiducia nelle proprie capacità.
Ecco il percorso che porta i nostri figli a diventare adulti responsabili che sanno autopromuoversi.
Ma oggi, ora, che siamo in corsa tra le regole da dare, le buone abitudini, le cure, l'affetto, spesso ci sentiamo in preda dell'onnipotenza dei nostri figli o del loro senso di impotenza.
Cioè: faccio e ce la faccio da solo - non so fare nulla.
Occorre invece educare alla POTENZA
Che significato hanno questi tre paroloni? Onnipotenza, Impotenza e Potenza?
Onnipotenza del bambino: decide lui quando inizia un gioco e quando finisce. Cosa vuole mangiare e cosa no. Fa i capricci finché il genitore (stanco e stremato) cede... Sono sicura che tutti abbiamo nel nostro bagaglio alcuni di questi esempi, non abbiate paura è del tutto normale.
Impotenza del bambino: insicurezza, incapacità di giocare da solo, richiesta della presenza costante di un adulto o di un altro bambino. Nei bambini più grandicelli (elementari) possiamo notare disaffezione scolastica per paura del fallimento, rifiuto di fare attività sportive per paura della competizione, ecc... (anche qui, almeno una volta i nostri bambini possono essersi trovati in questa situazione).
Tra l'impotenza e l'onnipotenza c'è LA POTENZA.
La potenza è la spinta a realizzare un desiderio o un bisogno. Ma è soprattutto una finestra aperta verso la realizzazione di sè. E' quando mi fermo e, guardandomi indietro, vedo la strada fatta e di fronte un orizzonte ancora da inseguire. E' un cammino, non una meta. E' il qui ed ora che i bambini tanto ci indicano con la loro saggezza piccola.
Allora come lavorare sulla potenza?
Con la riflessione innanzi tutto su come Potenza debba essere anche il nostro modo di vivere e, in secondo luogo, ascoltando le potenzialità dei nostri bambini, aiutandoli a vivere della loro diversità e unicità.
Buon ascolto e buon viaggio.
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