Pranzo e cena sono momenti importantissimi, non per ciò che si mangia, ma per ciò che passa da quel mangiare.
Pensiamo che tra i primi contatti tra la mamma e il bambino c'è il seno. Attraverso il seno non passa solo l'alimento, la vita, ma amore, comunicazione di sguardi, affetto, carezze a cui il piccolo risponderà rilassandosi, innervosendosi, mordicchiando, succhiando avidamente, addormentandosi...
Fin dal loro primo incontro mamme e bambini comunicano durante e attraverso il cibo.
Fatta questa premessa, chiediamoci se il pasto con il marito e i figli è un momento in cui ci rilassiamo, condividiamo umori, oltre che sapori, se l'obiettivo è lo stare insieme o se invece sia soltanto mangiare.
Sì perché noi umani ci differenziamo dagli animali essenzialmente per questa caratteristica: la convivialità. Ovvero mangiamo insieme perché ci piace la compagnia.
Questo deve succedere anche a casa coi figli, anche quando siamo preoccupati perché non mangiano.
A volte il rifiuto del cibo è una conseguenza all'ansia che i bambini stessi vivono, trasmessa da noi, così come abbiamo trasmesso il latte materno, cioè attraverso quel canale comunicativo privilegiato che è il momento del pasto.
Come fare, chiederete voi a non andare in agitazione di fronte al rifiuto del cibo, ai capricci, al non rimanere seduti a tavola?
Prima delle regole è fondamentale la nostra intenzione:
1) Se intendo il pasto come un momento sereno, farò il possibile per prendere quei piccoli accorgimenti perché lo sia: per esempio cenare ad un orario fisso, senza che i bambini arrivino troppo stanchi all'appuntamento e se c'è un fratellino piccolo, posso far mangiare lui prima e il più grande quando arriva papà: lo farà sentire cresciuto e non escluso.
2) Il pasto è condivisione, è relazione: i grandi si raccontano la giornata e i piccoli raccontano la loro. Non concentriamoci anche a livello verbale troppo sui bambini. Siamo tutti sul piano della condivisione, di cibo, di esperienze, di linguaggio. Vedrete che anche il capriccio, quando arriva, sarà contenuto.
3) Cosa c'è per cena? Quanti valori trasmettiamo con il cibo... non si spreca, si assaggia tutto, se si è sazi si tiene per il giorno dopo.
Se i bambini hanno difficoltà con l'assaggio, penseremo insieme a dei giochi da fare al di fuori del momento del pasto, al pomeriggio. Giochi che coinvolgano i sensi. Per quanto riguarda il pasto, invece, si mette sempre sul piatto un pezzettino di qualcosa da assaggiare, poi se il bambino non l'assaggia, bene lo stesso. Accettare che un alimento non gradito possa stare nel piatto, è già una conquista. Poi i gusti cambiano col tempo, quindi non impuntiamoci se quello che veniva mangiato fino a ieri, oggi non piace più e viceversa.
No alle alternative, piuttosto scegliamo insieme il menù della settimana, ci permetterà di dare valore energetico ai cibi con i più grandi e motivare tutti a scegliere per poi mangiare bene.
4) Mangiamo seduti a tavola? i bambini non hanno i nostri stessi tempi. Che stiano seduti almeno finché finiscono il loro cibo è un bell'obiettivo.
In conclusione: per mangiare seduti, ma soprattutto contenti, lo siate voi per primi!
Buon appetito!
Che ne dite? ...
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