"Voglio
pensarmi soggetto di fronte ad altri soggetti, voglio inscrivere le mie
relazioni in un’ottica che
comprenda
l’Altro come parte integrante di Me. Allora Tu mi sei indispensabile, non più come limite, o come oggetto di
amore o conoscenza. Ma come parte di me, utile a costruire tutto ciò che in me
è crescita.
E succederà che io mi renderò conto che non esiste un Io e un Tu
assoluti, fuori della relazione che instauriamo. In conseguenza di questo ci
accorgeremo che sia Io che Tu siamo pieni di potere l’uno sull’altro, e pieni
di vulnerabilità, l’uno verso l’altro. E occorrerà subito che uno di noi due
cominci ad assumersi la responsabilità di quello che, Io e Tu, stiamo facendo
l’uno con l’altro, l’uno all’altro. Io come soggetto, con le mie emozioni, le
mie percezioni, le mie verità, di fronte ad un altro soggetto, col suo mondo,
la sua storia, il suo percorso, la sua particolare maniera di funzionare. E tra
di noi questo spazio straordinario della relazione, dove entrambi produciamo un
sacco di eventi, questo spazio mobile, incerto, fragile, ibrido, dove
costruiamo passo per passo un piccolissimo pezzetto di verità comune, di
significati condivisi, di emozioni
scambiate, ascoltate, accolte, di progettualità nuova.
Responsabilità
significa qui che io mi prendo carico di me e di te, e di me e di te nel mondo.
Significa che la mia soggettività, il mio modo parziale e unico di vedere le
cose, le mie emozioni, i miei sentimenti, le mie motivazioni, li colloco
accanto ai tuoi, a cui accordo lo stesso identico diritto di cittadinanza.
Da
un pezzo abbiamo capito che le emozioni hanno le loro buone ragioni, che la
mente razionale non solo non sa cogliere, ma oltre una certa soglia, non riesce
proprio a fermare.
Educare le emozioni. Quindi il primo passo
da fare sarà di accoglierle, queste emozioni, e poi dovrò cercare un modo non
distruttivo per esprimerle, dovrò imparare a usare questo meraviglioso
strumento di simbolizzazione che è il linguaggio, e così le potrò comunicare,
raccontare, confrontare con gli altri. E posso diventare abile ad impedire che
si traducano immediatamente in azioni dirette. Significa che mi alleno fin da
piccolo a sentire le mie emozioni, discriminarle, esserne consapevole, e soprattutto
mi alleno a contenerle, filtrarle e condividerle, trasformarle in energia positiva
per progettare (gettare avanti) me
in un mondo esterno che include altri Io, altri Noi."
(Le
domande difficili – di Rosella De Leonibus)
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